Addio a Lucio Dalla

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    Addio a Lucio Dalla musica in lutto

    Lucio Dalla, una vita per la musica
    Era nato a Bologna il 4 marzo 1943, cominciando a suonare sin da giovane la fisarmonica e il clarinetto.
    Nel 1963 l’incontro con Gino Paoli, 3 anni dopo il debutto a Sanremo. Nel 1979 il successo del tour Banana Republic.
    L’ultimo album nel 2011

    Il cantautore si trovava in Svizzera per una serie di concerti quando è stato colpito da un infarto che gli è stato fatale.
    Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni
    Pochi giorni fa aveva dato il via, da Sassuolo, al suo tour europeo.
    L'ultima apparizione televisiva allo scorso Festival di Sanremo.

    Secondo quanto si è appreso, Dalla ieri sera stava bene ed era andato a dormire sereno. La sua ultima apparizione televisiva è stata al Festival di Sanremo insieme a Pierdavide Carone, nel doppio ruolo di autore del brano 'Nani'' e di direttore d'orchestra. Su twitter in pochi minuti l'ashtag «luciodalla» diventa immediatamente il più popolare e i messaggi arrivano a centinaia.
    Tra i primi a commentare la morte sono i colleghi Jovanotti e Paola Turci.


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    Lorenzo scrive: «Oh no, dai no... non ci posso credere dai... davvero non posso crederci», mentre la cantautrice romana gli manda un ultimo addio: «Sempre vicina a te.
    Sempre vicino a me. Lucio». Tra i tanti altri che scrivono, anche l'attrice Sabina Guzzanti: «Un poeta ci ha lasciato. Restano grandi canzoni, non un vuoto».


    Nannini, ha arricchito la cultura della canzone italiana. «Mi sono innamorata con le sue canzoni, ho duettato con lui sul palco, in tv e nei ristoranti. Lucio è uno che ha dato
    Cultura alla 'cultura' della musica italiana e per questo era e resta internazionale.
    Io 'a modo mio' lo amo e lo aspetto in Piazza Grande». Così Gianna Nannini ricorda Lucio Dalla.


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    Ligabue, tra i più liberi in storia della canzone. Lucio Dalla «è stato tra le persone più libere fra quelle che hanno fatto canzoni nella nostra storia.
    Era libero di seguire tutti i doni che gli sono stati fatti.
    Prima di tutto quello di una musicalità che gli usciva da ogni poro. Bastava che posasse le mani su un pianoforte o soffiasse su un sax o un clarinetto e ne usciva subito MUSICA.
    Poi la sua voce che, naturalmente ...era così piena di MUSICA che tante volte era costretto a inventare linguaggi e suoni perchè la lingua italiana non gli bastava.
    E finalmente le parole, quando ha cominciato a scriverle - da 'Come e' profondo il marè in poi - sono sempre state piene di malinconia, meraviglia, ironia, gioco, stupore.