Addio a Liz Taylor

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  1. Laura26h
     
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    A 79 anni muore Liz Taylor, una delle più grandi interpreti del cinema Holliwoodiano.
    Prima di lasciarci, ha voluto rassicurare il mondo, ma in particolare i suoi fan postando un messaggio su Twitter, in cui diceva “Vado in ospedale, non preoccupatevi”. Purtroppo, l'attrice dagli occhi viola ha dato il suo ultimo addio a chi per anni l'ha venerata quale diva indiscussa del cinema e donna dall'indiscutibile bellezza.

    Grande amica di Michael Jackson, per il quale ha testimoniato a favore anche nel processo che lo vedeva accusato di pedofilia, la Taylor ha avuto nella sua vita otto matrimoni e sette mariti: un'esistenza intensa, ricca di soddisfazioni ma anche di problemi legati all'alcol e alla droga, dai quali spesso si è ricoverata per disintossicarsi.

    Holliwood perde la sua ultima diva con Liz, che è diventata una vera e propria icona di sensualità e di fascino che molti uomini hanno desiderato di avere al loro fianco. E anche nel giorno del suo funerale, Liz continua a stupire: infatti la sua salma è arrivata in ritardo.
    D'altronde la puntualità per l'attrice non è stato mai il suo punto vincete e, prima di morire, ha dichiarato di voler far iniziare la sua cerimonia funebre con quindici minuti di ritardo. Come ha dichiarato il suo agente, “La funzione religiosa era prevista per le due, ma su espressa richiesta di Elisabeth Taylor prima di morire, è cominciata più tardi”. Tantissime limousine hanno sfilato nel cimitero delle star Forest Lawn Memorial Park, dove l'attrice, appunto, è stata sepolta accanto a Marylin Monroe e Michael Jackson.




    Addio meravigliosa diva che ci hai fatto sognare
     
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    Un piccolo riassunto della sua vita..

    Elizabeth Rosemond Taylor, questo il suo nome completo, aveva 79 anni, compiuti lo scorso febbraio. L'attrice è morta in un ospedale di Los Angeles, dove era ricoverata da alcune settimane.

    Figlia di due americani residenti in Gran Bretagna, Elizabeth Taylor, era nata ad Hampstead, vicino Londra, il 27 febbraio 1932 e ha compiuto da poco 79 anni. Il cinema in un certo senso lo aveva nel dna visto che la madre, Sara Viola Warmbrodt, era un ex-attrice famosa col nome d'arte di Sara Sothern, ritiratasi dalle scene quando si sposò nel 1926 a New York. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale i genitori rientrarono negli Stati Uniti e la famiglia si trasferì a Los Angeles.
    La sua prima esperienza nel mondo del cinema è precoce: nel 1942 è nel film, There's One Born Every Minute, prodotto dall'Universal. Subito dopo, l'attrice è ingaggiata dalla Metro-Goldwyn-Mayer, dove esordisce con Torna a casa Lassie! (1943), che la porta all'attenzione del pubblico. Primo ruolo da protagonista è quello di Velvet Brown, una bambina che allena un cavallo nel film di Clarence Brown Gran Premio (1944), con Mickey Rooney.
    La pellicola ottiene un grandissimo successo, con un incasso di oltre 4 milioni di dollari, e le fa guadagnare lo status di 'bambina-prodigio'.

    Da lì comincia la sua strepitosa carriera che la porta a vincere due Oscar: il primo, nel 1960, per Venere in Visone di Daniel Mann e il secondo, nel 1966, per Chi ha paura di Virginia Woolf?di Mike Nichols, accanto all'allora marito Richard Burton, conosciuto sul set del kolossal Cleopatra. Un film - girato quasi esclusivamente a Roma - al quale deve l'incontro con Richard Burton, l'uomo della sua vita con il quale si sposerà per due volte e divorziando altrettante volte.
    Una storia d'amore che, all'epoca, riempì le pagine di tutti i giornali del mondo e la fece diventare vera e propria 'femme fatalè.
    Non a caso, l'attrice - dai folgoranti occhi viola - ha avuto ben otto mariti e numerose flirt. Interprete di oltre oltre 50 film dei più importanti registi della cinematografia mondiale, Liz (diminutivo che non amava) Taylor ha avuto al suo fianco gli attori e le attrice più famose. Attiva - soprattutto negli ultimi anni - anche in tv e a teatro, Taylor si è battuta con grande energia nel difendere i malati di aids e a favore della prevenzione della malattia.
    Grande amica di Montgomery Clift come di Michael Jackson è stata la ultima vera diva dello star system di Hollywood.

    OTTO MARITI, UN AMORE

    La turbolenta vita sentimentale di Liz Taylor, morta oggi a Los Angeles a 79 anni, ha nutrito per anni i rotocalchi rosa. Ha avuto otto mariti, quattro figli e nove nipoti.
    Il primo ad impalmarla fu il miliardario Conrad Hilton, proprietario della catena dei famosi alberghi. Si sposarono nel 1950, divorziarono l'anno successivo. Liz lo ha ricordato come «distratto e manesco». Poi venne l'attore inglese Michael Wilding: matrimonio nel '52, divorzio nel '56. Nacquero due figli, entrambi attori, Chris e Michael jr.
    Di lui, Liz ha detto: «qualsiasi cosa facessimo, anche solo prendere insieme una tazza di caffè, era per me un indescrivibile divertimento».

    Poi nel '57 il brevissimo matrimonio con il produttore Mike Todd: lui morì l'anno dopo in un incidente aereo. Da quell'unione nacque Liza, scultrice.
    Dopo il matrimonio nel '59 con il cantante Eddie Fisher, arrivò il famoso colpo di fulmine con Richard Burton: si sposarono nel '64, divorziarono 10 anni dopo, si risposarono nel '75 e divorziarono di nuovo nel '76.
    Fu passione e litigio, amore folle e disastroso, «Burton ha cambiato radicalmente la mia vita - disse - mi ha insegnato a non aver paura di niente». Appena divorziata da Burton, nel '76 Liz Taylor sposò il senatore John Warner che durò fino all'82. Nel '91 fu la volta di Larry Fortensky, un muratore di 20 anni più giovane di lei, conosciuto al Betty Ford Center dove entrambi cercavano la disintossicazione dall'alcool.
    Il matrimonio è finito con un divorzio nel '96. L'ultimo flirt attribuito (ma non confermato) riguarda un suo collega, l'attore Rod Steiger, che nel '67 vinse l'Oscar con «In the heat of the night».

    CON BURTON L'AMORE PIU' TRAVOLGENTE

    Nel cielo della memoria di Hollywood la stella di Liz Taylor - morta oggi a 79 anni a Los Angeles - brillerà a lungo, ed avrà sempre vicino quella di Richard Burton. Fra liti burrascose e ritorni di fiamma, regali colossali e tradimenti la loro storia d'amore si consumò durante tutti gli anni '60 sempre in pubblico, sullo schermo e sui rotocalchi, fra fiumi di dollari, interviste e scotch whisky fin dal primo bacio sul set di Cleopatra. Un bacio diventato leggenda fra i macchinisti di Cinecittà.

    Pare che durante una ripresa fra le ciclopiche costruzioni volute dal regista Mankiewicz un silenzio innaturale, una tensione inattesa si sia prodotta sul set. «Ehi, quei due fanno sul serio» esclamò un elettricista che capì quel che forse non sapevano ancora nè Liz, nè Richard. È il 1961.
    Burton è semisconosciuto, fuori dal teatro inglese e dal repertorio delle opere di Shakespeare. Lei, a trentuno anni, è famosa da almeno venti. La sua vita è già allora una formidabile esemplificazione del divismo hollywoodiano. Da bambina era stata enfant prodige come Judy Garland, a 20 anni una «fidanzata d' America» come Mary Pickford. Poi aveva cominciato a collezionare mariti (quattro dal 1950 al 1959), scandalizzando l'America puritana. Ma intanto aveva compiuto i suoi exploit drammatici accanto a James Dean (Il gigante), a Montgomery Clift (Improvvisamente l' estate scorsa), a Paul Newman (La gatta sul tetto che scotta).

    Brava, bella, mangiatrice di uomini, ora era pronta per la parte che tutte le primedonne avrebbero voluto interpretare: Cleopatra, la regina d' Egitto amata da Giulio Cesare anziano e da Marcantonio giovane. Ma quando la Century Fox gliela propone, chiede la cifra astronomica di un milione di dollari: e la ottiene, insieme ad una favolosa villa sull' Appia Antica per sè, il marito Teddy Fisher, i figli, le tre segretarie, i cani, eccetera, eccetera.
    Liz conosce Richard sul set nell' ottobre 1961. A Capodanno le due coppie, Fisher e Burton, fanno festa insieme, secondo le cronache dei rotocalchi che da allora pedineranno ogni passo dei due attori.

    Il 18 gennaio i Fisher hanno la prima clamorosa scenata. Il 24 gennaio la Taylor torna a casa accompagnata da Burton. Le sorti del suo quarto matrimonio si decidono davanti a due bottiglie di Carlos Primero in una discussione che va avanti fino all'alba. In febbraio Liz tenta di avvelenarsi. Un altro tentativo di suicidio lo compie a Pasqua, ma oramai tutti sono convinti che Burton sarà il suo quinto marito. «Il primo giorno che ho visto Richard, mentre le cineprese cominciavano a ronzare, lui ha stretto la mano a Mankiewicz, poi ha salutato tutti gli altri del cast. Mi è sembrato terribilmente stucchevole, formalista da morire: mi ha salutato per ultima, volutamente credo», racconterà Liz qualche anno più tardi in una intervista incrociata con quella del marito. « Si avvicinò squadrandomi dalla testa ai piedi - continuò Liz - Ero molto seccata, ma soggiogata dal suo sguardo.

    Appena mi è stato vicino, ha detto con un sorriso: 'le hanno mai detto che lei è la più bella donna del mondo?'».
    Burton confessava di aver fatto tutto apposta, mentre pensava: «Mi dà sui nervi. Io sono un grande artista e non sopporterò le sue smanie da star, che le hanno ficcato in testa da quando aveva i calzini corti. Sarà un bel match, ma io avrò la meglio e la manderò a tappeto.». Difficile dire oggi chi dei due abbia vinto, ma certo è stato un bellissimo match. I «favolosi Burton» sposatisi nel '64 divorziano nel '74, si risposano nel '75 e divorziano nel '76. Fanno coppia in una dozzina di film, qualcuno mediocre come 'International hotel', altri di qualità come Chi ha paura di Virginia Woolf e La bisbetica domata. Insieme guadagnano miliardi, insieme allevano una tribù di figli. Insieme scrivono una delle più appassionanti storie d' amore dei nostri tempi, raccontata dai settimanali rosa con titoli a tutta pagina: «Per Liz smetterò di bere»; oppure «Non dimagrirò, a Richard piaccio così». Per anni si saprà tutto di loro: del diamante Krupp da tre milioni di dollari regalato da Burton a Liz; dei falsi allarmi per una maternità, delle malattie vere che si porteranno via prima Richard (1984), e segneranno dolorosamente gli ultimi anni di Liz.

    GRANDE AMICA DI MICHAEL JACKSON

    È stata una delle amicizie più solide e durature di Hollywood, quella fra Michael Jackson e Elizabeth Taylor. Iniziò nel 1980, quando la Taylor scappò da un concerto del cantante, al Dodgers Stadium di Los Angeles. Saputo della fuga Michael Jackson chiamò quasi in lacrime l'attrice che rassicurò il giovane: il concerto era stato bello, la Taylor aveva lasciato lo stadio prima della fine solo perchè non riusciva a vedere bene. Quella che doveva essere una breve telefonata di chiarimento divenne una conversazione telefonica di quasi tre ore, che dette inizio a una solidissima amicizia.
    «In seguito ci incontrammo e spendemmo molto tempo insieme, diventammo grandi amici - disse la Taylor qualche tempo dopo - Ci raccontavamo tutto».
    Erano infatti molti i punti in comune fra i due, nonostante la differenza d'età. Entrambi avevano sofferto di quella che la Taylor definì «un'infanzia terribile», finita troppo presto a causa della precoce entrata nel mondo dello spettacolo. Entrambi poi soffrirono di dipendenza dai medicinali e quando Michael Jackson, nel 1993, subì il suo primo ricovero per cercare di disintossicarsi fu proprio Elizabeth Taylor a raccogliere il grido d'aiuto dell'amico e a soccorrerlo. «Ho sofferto anche io dei problemi che ora sta vivendo Michael - disse la Taylor durante una conferenza stampa che annunciava il ricovero - È per questo che quando Michael mi ha chiamato sono corsa da lui, a Mexico City. Ora è ricoverato in una clinica in Europa. So quanto la privacy sia importante in questi casi e quindi non rivelerò altro del suo ricovero.

    Gli sono amica e gli voglio bene come ad un figlio». Michael Jackson scrisse una canzone, Elizabeth, I Love You, e al Neverland Ranch costruì una sala cinematografica dove i film della Taylor venivano proiettati 24 ore si 24. La Taylor passò parecchie notti al Ranch, insieme ai figli e nipoti di Jackson, notti che in seguito raccontò, per difendere l'amico dai sospetti di pedofilia.
    «Non c'era nulla di strano in quelle serate - disse l'attrice quando nel 2005 Michael Jackson fu costretto a comparire davanti al giudice per rispondere delle accuse di molestie - guardavamo tanti film di Walt Disney, si rideva sino alle lacrime, niente di più, niente di strano».
    Non mancarono nemmeno le speculazioni sul loro rapporto di amicizia, i tabloid ipotizzarono persino il matrimonio fra i due e quando nel 2009 Michael Jackson morì, proprio a causa di quella dipendenza dai medicinali di cui entrambi avevano sofferto, Elizabeth Taylor si disse devastata:
    «Mio Dio quanto mi mancherà! Non posso neppure immaginare la mia vita senza di lui».

    L'IMPEGNO UMANITARIO

    «In passato soffrivo della mia fama, dell'essere sempre al centro dell'attenzione. I paparazzi che mi seguivano, i fan che si arrampicavano alla mia finestra. Provavo un senso di panico, mi sentivo in trappola.

    Poi, un giorno decisi che dovevo sfruttare il lato positivo del mio essere famosa e che dovevo usare la mia popolarità per aiutare gli altri. Avevo una voce e dovevo farmi ascoltare».
    Così Elizabeth Taylor usava spiegare il suo grande impegno umanitario, soprattutto nella lotta contro l'AIDS, impegno iniziato nei primi anni Ottanta e diventato una delle priorità dell'attrice quando, nel 1985, l'amico e collega Rock Hudson morì a causa della terribile malattia.
    «Seppi della malattia di Rock Hudson solo negli ultimi mesi della sua vita, nessuno lo sapeva. Non è stata tanto la morte di Rock a farmi decidere di fare qualcosa quanto il vuoto di risposte, il silenzio intorno a questa malattia». Elizabeth Taylor raccolse più di 100 milioni di dollari attraverso le due organizzazioni da lei fondate: la AmFAR che si occupa della ricerca contro la malattia e la Elizabeth Taylor AIDS Foundation, ETAF, creata per aiutare i malati ad affrontare la lotta.

    «Allora si moriva ma non c'era battaglia, e la cosa mi faceva arrabbiare. C'era da fare qualcosa, stava diventando un'epidemia. Mi dissi: 'Sì, ma io cosa faccio? Mi arrabbio con chi non fa nulla e che faccio? Così iniziai a far sentire la mia voce». Gli inizi della battaglia non furono facili.

    «C'erano tanti pregiudizi. Mi sono vista mille porte chiuse in faccia, mille telefoni sbattuti, ho perso amici che mi dicevano che non volevano essere coinvolti - raccontò l'attrice all'amico Larry King - Era la malattia dei gay e la crema di Hollywood non voleva essere associata, eppure tutti conoscevano qualcuno che stava morendo di AIDS».
    Portò la sua voce al Congresso a Washington eppure nessuna legge venne firmata durante quegli anni. Ronald Reagan, allora presidente degli Stati Uniti, non parlò mai del problema AIDS. Al contrario, AmFAR e ETAF organizzarono iniziative educazionali per i giovani, distribuzioni gratuite di profilattici, programmi per lo scambio di siringhe nuove in cambio di quelle usate.

    Nel 2007 a Santa Monica la Taylor presenziò a uno dei tanti premi ricevuti per il suo impegno umanitario e disse: «Ora c'è coscienza, ma io continuerò a lottare sino a che il nemico AIDS non sarà sconfitto, oppure sino a che non morirò». Si impegnò anche nella lotta contro il cancro.
    In un'intervista Paolo Limiti, raccontò della sua esperienza con la malattia che la portò ad affrontare un intervento chirurgico di rimozione di un cancro al cervello. I suoi splendidi capelli corvini vennero rasati e la Taylor volle essere fotografata quasi completamente calva. «Era il mio modo per aiutare tutte le donne che magari per la chemio erano costrette a radersi.

    Non volevo indossare parrucche o cappelli, volevo mostrarmi così com'ero. Il mio messaggio alle donne era: non abbiate paura di essere calve, non c'è niente di spaventoso, anzi siatene orgogliose, indossate la vostra calvizie come un simbolo del vostro coraggio. Scoprii anche un'altra cosa: i miei capelli, che avevano iniziato a ingrigire sin da quando avevo vent'anni e che io tingevo, erano ormai bianchi come lo zucchero». Fu allora che l'attrice decise di farsi bionda, stravolgendo così la sua iconica immagine.


    Sul social network Twitter sono state tante altre le star che hanno voluto dedicare un pensiero a Liz:

    Denise Richards (Sex Crimes, Love Actually): “Riposa in pace Elizabeth Taylor. Pensieri e preghiere per la tua famiglia e i tuoi cari. Ci mancherai… (sigh)”

    Kirstie Alley (Senti chi parla) : “Elizabeth grazie per le lezioni che mi hai dato sulla vita, la gioia e il dolore. Sei la stella più brillante dell’universo. Amore in eterno.”

    Zooey Deschanel (Yes Man, 500 giorni insieme): “RIP Elizabeth Taylor,una grande attrice e una grande bellezza, il cui enorme contributo sia al cinema che alle opere di carità sarà ricordata per sempre (sigh)”.

    Larry King: “Elizabeth Taylor era una grande amica, una grande star e una donna coraggiosa. Era davvero speciale. Non ci sarà mai più nessuno come lei.”

    Steve Martin (E’ complicato, La pantera rosa 2): “Ho incontrato tante volte Elizabeth Taylor. Era intelligente e auto ironica, cosa che ho trovato sorprendente e deliziosa. Amava ridere.”


    ADDIO ELIZABETH !!! RIPOSI IN PACE !!!



     
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    Un'altra icona che ci lascia, ha sicuramente fatto parte della storia del cinema.
     
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